Il mio bancomat ideale è una macchina che mi riconosce, anche dall’odore se preferisce, quando ancora sono a qualche metro di distanza.
Legge nella mia mente il PIN e quanto intendo ritirare. Tira fuori le banconote e le tiene strette fino al mio arrivo.
Tempo sprecato per il bancomat, secondo il mio ideale, zero.
Io non chiedo al bancomat di riconoscermi o di propormi dei piani finanziari. Gli chiedo di darmi i soldi in fretta, perchè io sono sempre di fretta anche quando non ce n’è bisogno.
Ci sono invece queste persone che si approssimano al bancomat come a un esame fondamentale della loro vita.
Li immagini che si stiano preparando da giorni, uh devo andare al bancomat, chissà stavolta come va.
Lo capisci quando te li trovi davanti e con la loro esasperante lentezza estraggono il tesserino dal portafoglio, pensano, digitano il PIN, pensano, e così via.
Ci mettono sempre troppo tempo, forse provano tutte le opzioni richieste, prelievo, carte, ricariche, altri servizi, sì, forse vanno a vedere cosa diavolo sono questi altri servizi.
Fatto sta che, per i miei gusti, ci mettono troppo tempo.
E spiace dirlo che di solito in questa categoria sono soprattutto donne, anche se qualche uomo capita.
Il mio amico Stefano, ad esempio, non l’ho mai visto fare un bancomat ma un’idea ce l’avrei.
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22 gennaio 2011 di chiagia
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io mi avvicino sempre al bancomat con circospezione perché ho paura che mi sputi indietro la tessera, schifato