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Archive for gennaio 2018

Da sempre ho un difetto, uno tra i tanti. Quando mi sto godendo una vacanza comincio a un certo punto a fare il conto alla rovescia di quanto manca alla sua fine e già quando si supera la metà comincia la malinconia.

Questo probabilmente ha le sue radici nelle vacanze scolastiche di quando ero bambino.

Il primo momento malinconico delle vacanze di Natale era la mattina del 26, quando ti svegliavi e percepivi che qualcosa era svanito. Che in realtà eri solo a +4 dall’inizio delle vacanze, ma forse il fatto che avevi scartato i regali (anche in quell’epoca meno consumistica) e che fosse passato il pranzo con i parenti contribuivano a creare la sensazione dello scivolo verso l’inevitabile.

Mi ricordo che mi sdraiavo sul divano, la testa appoggiata alla spalliera e un braccio indietro a stuzzicare le palline dell’albero. L’altra mano già a sfogliare uno dei libri che mi avevano regalato.

Poi però realizzavi che in effetti eri a -11 dalla fine delle vacanze e ricominciavi a godertele, i compiti, il veglione di fine anno, -6, la malinconia che si riaffaccia, le calze della Befana, il drammone.

Ecco, il giorno della Befana io di solito piangevo perché quello era il momento della vera fine del mondo-vacanza.

La sera prima dell’inizio della scuola preparavo lo zaino per il giorno dopo, poi tutti davanti alla televisione per la serata finale di Fantastico (o programma analogo). In tivù era una sera di evento televisivo, si rideva, si scopriva che anche quell’anno non saremmo diventati miliardari, aria di festa.

Ma non per me, che al mattino dopo sarei tornato a scuola, ed ero disperato. Che poi io a scuola ci stavo bene e già alla seconda ora tutto sarebbe tornato normale, ma in quel momento, con quella testa, percepivi solo l’ingiustizia della vita.

 

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