Il giorno che ti ho conosciuto c’era il sole
e sembrava uno di quei soli che
sono così forti che non ammettono una nuvola
nemmeno un’eclisse, figurati
che ci vuole una crema solare speciale
perché è un sole che passa
attraverso la protezione un milione
e attraverso i vestiti
e attraverso la cute il derma
e insomma ci siamo capiti
un sole forte
che pensi che non arriverà mai la notte
e ci sarà il sole a mezzanotte
senza essere a capo nord
e poi invece ti svegli e piove
e guardi fuori e ti chiedi
dov’è finito
non era mica così forte come sembrava
boh, delusione, pazienza.
Il giorno che ti ho conosciuto pioveva
e avevo dimenticato l’ombrello
che io non li porto mai dietro
perché li perdo
specie quelli piccoli
e forse c’è qualcosa di freudiano in questo
c’è sempre qualcosa di freudiano a ben vedere
o sono io che sono distratto e basta
comunque pioveva
e non avevo neanche le galosce
che sono quelle che coprono le scarpe, credo
e nemmeno il cappuccio sulla testa
insomma ero zuppo
ma non mi dispiaceva
perché a volte non è male inzupparsi
a meno che non sei un biscotto da colazione
in quel caso è la tua fine
comunque, dicevo, diluviava
camminavo pestando le pozzanghere come Peppa Pig
ero uno schifo insomma
poi mi sono girato e ti ho conosciuto
e ho capito dove era finito il sole.
(La lettura delle poesie di Guido Catalano mi ha fatto venire voglia di scrivere a mia volta sul suo stile. Tipo plagio, ma senza guadagnarci niente e con parole mie.)